mercoledì 22 settembre 2010

Per risparmiare si punta sui giovani stranieri

Non scoprendo l'acqua calda e parlando di crisi economica radicata anche nello sport, è semplice intuire che certamente quelli meno importanti sono gli sport che ne subiscono maggiormente gli effetti negativi. Il problema non riguarda solo piccole società di quartiere o di qualche piccolo paese, ma si risente ai livelli più alti nazionali e da qualche mese anche nel resto d'Europa. Il meccanismo è semplice: lo sport è sostenuto economicamente dalle aziende, se queste hanno ridotto gli introiti o peggio ancora hanno cessato l’attività, non ci sono i soldi alle società sportive che vivono di sponsorizzazioni. Voglio proporvi questo articolo letto dal Corriere dello Sport STADIO di oggi come motivo di confronto.
Anche i ricchi piangono. In Spagna i club, ad eccezione del Barcellona, hanno ridotto il budget drasticamente, alcuni anche del 50%, a causa delle crisi mondiale. Ovviamente in Italia la situazione è ancora meno allegra. Per combatterla, parecchie squadre hanno deciso di investire all'estero, ingaggiando giovani tra i 16 e i 20 anni che costano molto meno dei coetanei italiani. Politica che perseguono in Legadue anche società solide e ben gestite come Reggio Emilia (il lettone Silins e il ceko Kudlacek già impressionano). L'idea è tutt'altro da disprezzare, in tempi simili. Ma possibile che i baby italiani siano diventati un bene di lusso? Se sì, mettersi tutti d'accordo e trovare una soluzione definitiva non sarebbe poi così diffìcile... (A.B.)

Nessun commento:

Posta un commento