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lunedì 13 settembre 2010

Due semplici giochi per stimolare la collaborazione

Voglio proporre due semplici giochi che permettono, a mio avviso, di stimolare e sviluppare alcuni concetti importanti. Vediamo...


I. Uno contro tutti: 
Utilizzando lo spazio del campo di basket, tutti i giocatori (insieme) saranno impegnati nel l’obiettivo unico di toccare, con la palla, un giocatore che chiameremo “preda” che avrà la possibilità di correre liberamente all’interno dello spazio a disposizione. Le regole per i cacciatori sono:
  1. non possono muoversi con la palla in mano (escluso l’uso di un piede perno);
  2. non possono palleggiare.
L’unico modo, quindi, è di muovere la palla attraverso i passaggi e di correre, muovendosi vicino alla “preda”, così da toccarlo col pallone ricevendo un passaggio. Chi toccherà la preda, diventerà la nuova preda (e chi è stato toccato un nuovo cacciatore); lancerà la palla in alto per avere il tempo di scappare. Il fine del gioco è quello di stimolare il “gioco di squadra” attraverso il comune fine di “cacciare” un giocatore. Per fare questo è indispensabile usare i passaggi e correre negli spazi, vicino all’obiettivo da raggiungere. Nella pallacanestro potrà essere l’area o il canestro, oppure il compagno libero che corre con un vantaggio. Ancora, utilizzo di frequenti passaggi, per adattare gli spostamenti della palla alla corsa della “preda”. 

mercoledì 16 giugno 2010

Esercizi (parte1)

Facendo seguito al primo post, quello inaugurale del Blog, a proposito degli esercizi "scopiazzati" in giro mi sono fatto un'idea ben definita. Partendo dal presupposto che un allenatore che propone un esercizio debba avere chiaro obiettivo e per chi è stato ideato l'esercizio (cosa che non credo sempre ovvia), mi sono reso conto che un esercizio fine a se stesso non conta nulla!
Un allenatore che vede un esercizio da un allenatore più "esperto" e lo ripropone senza avere chiaro quanto sopra, non allena il suo gruppo, ma appaga il suo desiderio di sentirsi come l’allenatore dal quale ha tratto ispirazione: lo fa sentire come lui.
Quello che mi sembra importante è il lavoro complessivo col gruppo, certamente partento d'avere chiaro quali sono gli obiettivi: capendone ovviamente i bisogni prioritari...valutarne ogni giorno le evoluzioni e le carenze. Quello che conta è l'idea di base!
Gli esercizi si devono “inventare” poiché devono semplicemente riproporre situazioni attinenti alla realtà (“o lì vicinissimo”...lo so che non si dice, ma mi gusta come termine).
Il lavoro dell'allenatore è improvvisazione su una base di programmazione iniziale!!!

Improvvisazione a partire dalla programmazione: vedere ad inizio anno con quale gruppo si lavorerà e quindi decidere quale tipo di lavoro sviluppare, oltre ai relativi adattamenti per raggiungere gli obiettivi. Improvvisazione all'interno del mese, della settima e se serve all'interno del singolo allenamento; è necessario improvvisare qual'ora non vi siano le risposte attese.

Non è una critica ma non capisco coloro che, col proprio gruppo, hanno un programma molto preciso che vi rimangono fedeli dall'inizio alla fine con minutaggi rigorosi; qualsiasi cosa accada non cambiano una virgola!
Personalmente mi scrivo una scaletta con un programma di massima, con una sua logica sequenza ma che posso cambiare ogni istante dell'allenamento. Programma che subisce cambiamenti a seconda delle risposte che arrivano dal gruppo (di feedback ce ne sono tantissimi)...ecco il bisogno di saper improvvisare. Qualche volta si fa quello che si deve fare, può capitare che ciò non riesca!

ALLENARE NON E’ SEMPLICEMETE PROPORRE ESERCIZI, E’ MOLTO DI PIU’.

Certamente riparlerò di questo argomento, per il momento mi fermo qui con questo post…